Il 25 Marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, si è celebrata per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri istituita dal Governo.
Il vero nome di Dante è Durante di Alighiero degli Alighieri.
Dante aveva una super memoria. Si racconta che il Sommo Poeta avesse una memoria da elefante, come raccontato in questo aneddoto:
Un giorno, mentre il sommo poeta sedeva su un muricciolo, un uomo, vedendolo, volle mettere alla prova la sua proverbiale memoria. Così di getto gli chiese: “qual è il boccone più buono?”. E Dante, senza fare un piega, rispose: “l‘uovo“. Diverso tempo dopo, lo stesso uomo, incontrando di nuovo casualmente il poeta, gli domandò a bruciapelo: “con cosa?”. Allorché egli, impassibile, rispose: “con il sale“.
In realtà, all’epoca molti disponevano di questa memoria perché si studiavano delle tecniche fatte ad hoc per allenare sulla memoriae tecniche mnemoniche che venivano insegnate allora.
In moltissimi hanno notato i frequenti mancamenti che colpivano il protagonista della Divina Commedia in compagnia della sua guida, Virgilio (e in altri scritti). Quando la tensione emotiva era insopportabilmente intensa egli crollava a terra, privo di sensi.
Il primo che pensò potesse trattarsi di epilessia fu Cesare Lombroso, celebre antropologo dell’Ottocento. Un’interpretazione più moderna suggerisce invece che i sintomi di cui Dante soffriva, trasposti poi nelle sue opere, fossero riconducibili alla narcolessia, cioè una malattia neurologica che coinvolge la sfera del sonno.
Dopo essere stato esiliato da Firenze, Dante passerà per diverse città, tra cui:
Quindi, per Dante, il tema del viaggio è stato sempre molto presente, in vita e nei suoi scritti. Non solo un viaggio fisico, ma anche (e, forse, soprattutto) il viaggio nella geografia dell’invisibile, nello spirito dell’uomo.
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